ppresso lo illustrissimo et eccellentissimo Guidobaldo duca d’Urbino.
Fece
al medesimo un quadretto d’un Cristo che òra nell
ima in Firenze nel corso de’ Tintori, appresso al Canto degl’Alberti.
Fece
anco a Domenico Canigiani, in un quadro, la Nostr
ni. La quale istoria è fatta con molta grazia e finita con diligenza.
Fece
in un’altra parete un cielo con Cristo e la Nostr
, che sostengono que’ putti che gli hanno in mano volando per l’aria.
Fece
nell’altra faccia, dove è l’altra finestra, da un
eferantque coloribus ora: Ceciliae os Raphael atque animum explicuit.
Fece
ancora doppo questo un quadretto di figure piccol
finestra impannata che fa lume alla stanza dove le figure son dentro.
Fece
in Roma un quadro di buona grandezza, nel quale r
questo quadro si trova ancora in Fiorenza nella guardaroba del Duca.
Fece
similmente il duca Lorenzo e ‘l duca Giuliano, co
un Cenacolo, il Nettunno e la Santa Felicita quando bolle nell’olio.
Fece
poi Marco Antonio per Raffaello un numero di stam
za, come si dirà nella Vita di Marcantonio Bolognese più minutamente.
Fece
poi Raffaello per il monasterio di Palermo, detto
o di Troia, il quale lo fece fare in Fiorenza nella via di San Gallo.
Fece
a’ Monaci Neri di San Sisto in Piacenza la tavola
con San Sisto e Santa Barbara: cosa veramente rarissima e singulare.
Fece
per in Francia molti quadri, e particularmente pe
e Raffaello lavorava: il che fu cagione che il lavoro venisse a fine.
Fece
in questa opera tutti i cartoni, e molte figure c
te fiori, foglie e frutte in festoni che non possono esser più belli.
Fece
l’ordine delle architetture delle stalle de’ Ghig
uesta opra 70 mila scudi, e si conserva ancora nella cappella papale.
Fece
al cardinale Colonna un San Giovanni in tela, il